Monumento: Cimitero Vittime del Vajont - Longarone (BL)
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| Indirizzo : Frazione Fortogna, Longarone (BL) | |||
| Riferimenti: tel. 0437 770119 - email: info@prolocolongarone.it | |||
| Sito web:
http://www.prolocolongarone.it |
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| Legge di istituzione: Decreto Presidente della Repubblica - 2 ottobre 2003 | |||
| Proprietà: | |||
| Descrizione Storico Artistica:
Il cimitero di Longarone è dal 2003 Monumento Nazionale. Si
trova in località San Martino, presso Fortogna, in comune di
Longarone. È stato realizzato subito dopo il disastro del
Vajont (1963-64) e ultimato definitivamente negli anni ottanta.
Il cimitero è stato luogo di alcune riprese del film Vajont
- La diga del disonore del 2001 di Renzo Martinelli. Le fasi di realizzazione hanno il via durante la ricostruzione urbanistica di Longarone a seguito del disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. La costruzione è stata terminata soltanto nel 1972 a seguito di contrasti tra il Genio Civile e il comune di Longarone. Il cimitero ospitava le salme di 1.464 vittime del disastro, di cui solo 700 con il nome. Il Cimitero è stato completamente ristrutturato nel 2003, con la discussa rimozione delle lapidi originarie. Attualmente presenta 1.910 cippi bianchi con tutti i nomi delle vittime della tragedia, a prescindere o meno dall'effettivo ritrovamento e della giusta corrispondenza nome-salma (fonte Wikipedia) |
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| Descrizione per il Visitatore:
percorrendo la strada che collega Belluno con Lavarone ad un
certo punto, una volta usciti definitivamente dall'abitato
di Belluno e giunti nel territorio comunale di Longarone si
trova il cartello con l'indicazione della deviazione per
raggiungere il Cimitero Monumentale delle Vittime del
Vajont. Poche decine di metri separano la strada dal
parcheggio che subito mette in evidenza lo stabile che
identifica le entrate ...uno stabile che, di primo acchito,
non sembra ricondurre ad un cimitero. Silenzio e pace contraddistinguono l'ambiente circostante; l'accesso può avvenire dal corpo centrale della struttura o da due cancelli posti ai lati dello stesso. Nel momento in cui si entra nello spazio cimiteriale anche chi conosce l'entità della disgrazia del Vajont non può non rimanere stupito e attonito davanti ai ceppi bianchi, posti a terra nel prato, che identificano le tombe dei tanti scomparsi. Il silenzio diventa ancora più profondo e anche lo smarrimento nel momento in cui si comincia a percorrere i sentieri tracciati leggendo i nomi delle persone che non hanno trovato scampo la notte del 9 ottobre 1963. Tutto è ordinato e pulito; il camminare ti porta inevitabilmente verso la chiesetta posta a chiusura sul fondo del cimitero; una chiesetta raccolta, con i segni del tempo che cominciano ad apparire, in cui si trova una stele che raccoglie le targhe con le composizioni dei nuclei familiari che sono stati falcidiati dall'onda di acqua e fango che si è riversata a valle. Lo sgomento cresce vedendo le famiglie e vedendo le età di quei poveri sconosciuti che non ci sono più. |
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| Visita per : tutti; documentandosi un po' prima è meglio soprattutto per dare il giusto rispetto ad un luogo in cui il ricordo delle vittime del disastro non può essere turbato da un turismo da piazza ma deve trovare il giusto rapporto tra visitatore e soggetto rispettoso. | |||
| Costi: accesso libero. | |||
| Indicazioni per la visita: nessuna indicazione particolare; silenzio e rispetto (anche nell'abbigliamento) sono dovuti alle vittime innocenti | |||
| Tempo di visita /abbigliamento/varie: il tempo dedicato dipende da ogni singolo; per una rapida visita sono sufficienti venti minuti. | |||
| Il Monumento e il territorio: il territorio è ricco di attività e di angoli che meritano di essere visitati; Belluno è a pochi minuti; le magnifiche montagne bellunesi sono tutte in torno e basta valutare cosa si vuol vedere e come ci si vuole arrivare. Attraversano la valle si può salire anche alla sommità della diga del Vajont per vedere il punto da cui si è scatenato tutto. | |||
| Fotogallery: | |||
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